Le protagoniste de “I 28 giorni”: intervista a Ilaria Urbinati, illustratrice

Agosto 1, 2019
by redazione librì

Il nuovo titolo Collilunghi, I 28 giorni”, scritto da Lia Celi, è illustrato da Ilaria Urbinati. A lei abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere più a fondo il percorso che l’ha guidata nel dare colori ed espressioni ai protagonisti della storia.

Le tue illustrazioni ricordano e omaggiano le protagoniste di Grazia Nidasio. Raccontare il quotidiano è una sfida, per un illustratore. Come hai lavorato per tratteggiare queste ragazze alle prese con un tabù (molto) italiano, quello delle mestruazioni?

Come sempre ho letto il testo con grande attenzione per farmi un’idea dello spirito della narrazione più precisa possibile. Poi in realtà è stato naturale rappresentare la quotidianità di queste donne e ragazze e quasi/donne perché è molto vicina a me e a quello che sono. Chi guardandosi allo specchio almeno una volta non ha pronunciato la fatidica “Mi vedi gonfia?”; dallo stravaccarsi sul divano con la tuta e il cellulare a guardare con occhi nuovi un ragazzino al sentirsi prese in giro perché “femmine” a 12 anni… Sono esperienze che fanno parte della vita di molte ragazze e che rievocare visivamente è molto divertente. per me era importante tratteggiarle in modo più fresco e spontaneo possibile, lavorando molto sul rispetto e togliendo tutto quello che poteva sembrare “lezioso” o troppo costruito”.

Ti sei confrontata con Lia Celi durante la lavorazione?

No, ci siamo date una pacca sulle spalle virtuale solo a fine lavorazione, dopo aver visto l’impaginato finito ed entrambe siamo molto felici del risultato finale. Apprezzo molto gli autori che lasciano spazio e che sono felici di costruire i progetti in maniera sinergica con l’autore delle immagini. Il risultato di queste operazioni spesso è molto bello e crea dei contenuti di grande valore”.

Quanto c’è di te in ognuna di loro?

Moltissimo! Dalla gestualità della piccola ai vestiti della grande, passando anche per la lunga treccia della farmacista e della grande tazza di tè della mamma…io metto sempre molto di me nei miei disegni: spezzettato e mimetizzato c’è un mondo interiore personale che si muove e che si esprime (anche nel panico del papà!). Come illustratrice il mio approccio è sempre empatico e terribilmente umanista.. Mi piacciono le persone e disegnare e raccontarle è entrare molto in contatto con i personaggi e i lettori ed è un privilegio”.

Da lettrice che è stata ragazzina, quanto pensi possa essere utile, importante, funzionale, questa storia per sdoganare questo tabù?

Credo che un libro come questo sia fondamentale. Da ragazzina mi ricordo chiaramente di aver trovato tutte le informazioni in un capitolo di un libro di Bianca Pitzorno, quasi per caso immerse nella narrazione principale. Fu utilissimo e un ottimo strumento, ma proprio per comprendere quanto fosse e sia ancora un tabù la spiegazione sul ciclo era inserita in maniera quasi nascosta e indiretta e non era mai nominato nella trama o nel titolo: ti ci imbattevi per caso. Invece credo che fosse tempo di trovare in libreria un titolo che raccontasse le mestruazioni in maniera esplicita, divertente e narrativa (e anche inclusiva! nella storia sono importanti gli interventi informativi del migliore amico – maschio – della protagonista)”. 

Scopri di più su “I 28 giorni”