Che belle le scatole generose fatte dalle bambine e dai bambini!

Luglio 2, 2019
by redazione librì

Si è concluso con le valutazioni della giuria di esperti il concorso a.s. 2018/19 del progetto in collaborazione con Airc, Una costellazione luminosa, realizzato da Librì. A conclusione di questo progetto abbiamo pensato di aggiungere alcune riflessioni e considerazioni.

Prima di tutto rinnoviamo i ringraziamenti doverosi a tutte le 140 classi che hanno deciso di lavorare al progetto condividendo emozioni e pensieri a volte davvero molto intimi. La qualità e l’intensità di moltissimi lavori ci hanno davvero colpito.

Proprio in merito alla qualità dei lavori premiati, ci teniamo a sottolineare uno dei fattori che ha decisamente indirizzato le scelte e i voti finali, ovvero la più o meno massiccia ed evidente “presenza bambina” nei progetti stessi.

Non se ne vogliano le maestre e i maestri, di cui abbiamo riconosciuto l’enorme impegno e la grande capacità creativa: gli adulti – nella nostra visione, condivisa con Airc – sono le stelle polari che guidano il cammino ma la rotta la dovrebbero tracciare i bambini, imparando, facendo e divertendosi anche, il più possibile. 

L’intento di “Una costellazione luminosa” è quello di educare a “condividere” con semplicità, schiettezza e spontaneità, di creare e di imparare ad avere uno sguardo attento, accogliente, affettuoso del mondo per vivere meglio (e in salute).

Per questo, tra i premiati ci sono lavori forse meno appariscenti e “perfetti” di altri, tanto che magari hanno fatto nascere in qualche docente il pensiero “ma il nostro era più bello”. La spiegazione è semplice: in quei lavori premiati, a nostro parere, la voce bambina si sentiva maggiormente.

Abbiamo premiato loro, i bambini.  Il loro mondo magico, la loro visione. Abbiamo cercato di premiare anche il percorso nascosto, che sta dietro all’elaborazione di un pensiero, di una frase, di un particolare in un disegno ma nella valutazione globale la più o meno massiccia presenza dell’intervento adulto alla fine ha fatto la differenza.

In alcuni progetti è stato privilegiato l’aspetto grafico e progettuale. In altri quello testuale, di pertinenza tematica. Ci siamo davvero spesso commossi ed emozionati.

In fondo, e in sintesi, abbiamo cercato di soffermarci su quel profondo senso che fornisce a livello semantico il seme del verbo educare: educĕre «trarre fuori, allevare».

Per questo, anche in chiusura, rinnoviamo il nostro grazie per tutto ciò che nelle vostre classi avete fatto nascere e avete condiviso con noi.